“Salvati dalla finanza? Analisi empiriche e prospettive critiche sull’interazione tra finanziarizzazione, welfare e benessere” – Call for abstracts

Autonomie Locali e Servizi Sociali
Quadrimestrale di studi e ricerche sul welfare

Call for papers

Salvati dalla finanza?
Analisi empiriche e prospettive critiche sull’interazione tra finanziarizzazione, welfare e benessere.
Sezione monografica n. 2/2018
a cura di Davide Caselli e Joselle Dagnes

Deadline: 15.02.2018

Con la presente call invitiamo a presentare contributi che indaghino il rapporto tra le politiche sociali, nel contesto della crisi economica internazionale e delle politiche di austerità, e i processi di finanziarizzazione, che in anni recenti si sono fatti sempre più pervasivi della vita quotidiana. Nel campo delle politiche sociali, infatti, pur con modalità e velocità peculiari nei diversi sistemi di welfare nazionali e locali e nei diversi settori di policy, i processi e gli attori finanziari stanno occupando uno spazio crescente.
Nel dettaglio, questo rapporto può essere ricondotto a due ambiti principali, ciascuno accompagnato da dinamiche specifiche:

  • Da un lato la c.d. finanziarizzazione del benessere: il ricorso da parte di individui e famiglie a modalità non pubbliche di assicurazione e garanzia che coinvolgono direttamente o indirettamente la finanza. L’investimento in polizze previdenziali o sanitarie integrative e l’indebitamento per fare fronte a spese assistenziali e di cura rappresentano esemplificazioni di questa dinamica. Ulteriori forme coinvolgono ad esempio l’istruzione, con i prestiti studenteschi, e la questione abitativa, con i leasing immobiliari per privati, i prestiti vitalizi ipotecari e le locazioni finanziarie;
  • Dall’altro la c.d. finanziarizzazione del welfare: il crescente coinvolgimento di attori finanziari nella progettazione e nel finanziamento di interventi di politica sociale. Seppure con intensità e sviluppi diversi, simili tendenze si osservano in campo pensionistico (i fondi pensione, ma anche il recente anticipo finanziario a garanzia pensionistica); immobiliare (i fondi immobiliari per l’housing sociale); nei servizi territoriali (dai grant filantropici al nascente mercato degli interventi preventivi finanziati attraverso le diverse forme di social impact investing, per es. i Social Impact Bond).

Si tratta di fenomeni emergenti e complessi, che chiamano in causa la struttura della diseguaglianza. Infatti, se entrambe le tendenze si configurano come innovazioni sociali capaci di fornire nuove soluzioni a vecchi problemi (democratizzazione dell’accesso al credito e a beni e servizi considerati fondamentali da un lato, nuove dinamiche win-win dall’altro), esse presentano anche importanti rischi di approfondimento delle diseguaglianze già esistenti e di definizione di nuove aree di marginalità (persistenza di forti barriere nell’accesso e segmentazione nell’accesso da un lato e perdita della titolarità di diritti, se non superamento della cultura stessa dei diritti sociali, dall’altro).
Tali processi interrogano in profondità anche il ruolo degli operatori sociali, nella misura in cui ridefiniscono parzialmente modi e contenuti del loro lavoro, producendo nuove forme di individualizzazione delle griglie di lettura delle condizioni vissute dai cittadini e delle pratiche di relazione con essi (per esempio attivazione di percorsi di educazione al risparmio o promozione di strumenti e prodotti finanziari individualizzati). Questi processi sollevano questioni rilevanti anche in merito alla possibilità di voice da parte degli operatori nella costruzione delle nuove politiche e nella definizione della loro pratica quotidiana.

  • Tra i possibili argomenti da approfondire segnaliamo i seguenti:
    Casi empirici di contaminazione tra benessere/welfare e finanza, con particolare attenzione agli impatti sulla struttura delle diseguaglianze;
  • Casi empirici di sperimentazioni, anche parziali, di questi modelli. Analisi degli strumenti tecnici (legislativi, finanziari) mobilitati;
  • Regolazione pubblica del fenomeno, ruolo di facilitazione o di ostacolo dello Stato;
  • Nuovi attori introdotti nel campo del welfare dalla tendenza alla finanziarizzazione (soggetti finanziatori, erogatori di servizi, consulenti, tecnici) e rapporti tra questi e i vecchi attori del welfare;
  • Impatto dei processi di finanziarizzazione nella programmazione e progettazione dei servizi e/o nella pratica quotidiana degli operatori;
  • Analisi della dimensione semiotica del processo: quali nuovi significati e modelli culturali sono veicolati dalle dinamiche di finanziarizzazione? Quali altri vengono screditati
  • Modalità ed esiti del dialogo e della traduzione tra linguaggi e valori del mondo del welfare e quelli del mondo finanziario;
  • Modalità di gestione individuale di investimento e indebitamento orientati al benessere/welfare;
  • Pratiche alternative ed emergenti di resistenza, contestazione e “autodifesa” rispetto ai processi di finanziarizzazione delle politiche sociali.

Si richiede di inviare un abstract di 500 parole entro il 15.02.2018 all’indirizzo di Autonomie Locali e Servizi Sociali (autonomielocalieservizisociali@gmail.com) e, per conoscenza, a Davide Caselli (davide.caselli@unito.it) e Joselle Dagnes (joselle.dagnes@unito.it).

Gli abstracts selezionati dovranno essere articolati in manoscritti di 35-40.000 battute ed inviati entro il 15.05.2018 e saranno comunque soggetti al doppio referaggio.