A. Roncaglia, “L’età della disgregazione. Storia del pensiero economico contemporaneo” (Laterza, 2019)

Alessandro Roncaglia
L’età della disgregazione. Storia del pensiero economico contemporaneo

Edizione: 2019
Collana: Manuali Laterza
ISBN: 9788859300335

Pagina del libro sul sito dell’editore

Una ricostruzione completa e chiara del pensiero economico, dall’antichità classica ai giorni nostri. L’autore presenta con rigore e senza inutili tecnicismi tanto le opere dei grandi classici come Smith, Ricardo, Marx, Keynes, Schumpeter, Sraffa, quanto i contributi delle varie scuole, come i fisiocrati, i ricardiani, la scuola austriaca. Particolare attenzione è dedicata agli sviluppi più recenti, dal secondo dopoguerra all’inizio del terzo millennio.
Un libro indispensabile per tutti coloro che vogliono comprendere le radici dei dibattiti economici dei nostri giorni. Dietro le divergenze sulle scelte di politica economica, infatti, vi sono contrasti tra concezioni diverse dell’economia; gli stessi concetti-base, come valore, mercato, prezzo, equilibrio, assumono significati diversi nel contesto della concezione classica, marginalista, keynesiana.

Alessandro Roncaglia, già professore ordinario di Economia politica alla Sapienza Università di Roma, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e membro del suo Consiglio di presidenza. Tra le sue pubblicazioni per Laterza: Il pensiero economico. Temi e protagonisti (con Paolo Sylos Labini, 1995); La ricchezza delle idee. Storia del pensiero economico (nuova edizione 2003); Il mito della mano invisibile (2005); Economisti che sbagliano. Le radici culturali della crisi (2010); Breve storia del pensiero economico (2016); Nuovi lineamenti di economia politica (con Marcella Corsi, 2017).

Indice del libro (pdf)

Di fronte alla frammentazione che caratterizza oggi la ricerca in campo economico, per valutare la situazione in cui si trova la nostra scienza può essere utile tentare di ricostruirne le linee di sviluppo, riflettere sui nessi che le legano e sulle filosofie sottostanti. Spero che ciò possa contribuire a spiegare le contrapposizioni anche radicali di cui è ricca la ricerca teorica in campo economico, nonostante la pretesa tante volte richiamata di obiettività scientifica. Fornire un quadro generale – per quanto provvisorio e discutibile – può essere utile, come diceva Schumpeter (1954, p. 4), per impedire che «si diffonda un senso di mancanza di direzione e di significato».
Certo il compito è difficile, e non si può pretendere che abbia una soluzione univoca. «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che nella tua filosofia»: la riflessione di Amleto vale per tanti campi di ricerca, inclusi i tentativi di comprendere il funzionamento delle società umane da parte degli economisti. E vale anche per i tentativi di ricostruire la storia di qualsiasi campo della cultura umana, inclusa la storia del pensiero economico: anzi, in questo caso vale in misura forse maggiore che in altri campi, a causa sia delle intersezioni tra concezioni del mondo, sviluppi analitici e passioni politiche, sia della continua evoluzione degli assetti economici e sociali.
Come vedremo, la stessa definizione di economia può assumere connotati diversi; soprattutto, ci troviamo di fronte a una molteplicità di schemi interpretativi prima ancora che di teorie. I diversi punti di vista riguardano sia la selezione dei problemi specifici di volta in volta affrontati, sia l’impostazione dell’analisi. Un conto è studiare l’evoluzione della tecnologia, un altro è considerare le motivazioni dell’agire umano. Un conto è concepire la teoria economica come il modo in cui gli esseri umani affrontano il problema della scarsità, altro conto è guardare all’insieme delle relazioni economiche dal punto di vista della divisione del lavoro in un flusso circolare di produzione, distribuzione e consumo. Nel ricostruire la storia del pensiero economico, gli orientamenti di ricerca (classico, marginalista, keynesiano e così via) si intersecano con i campi di ricerca (macroeconomia, impresa, economia pubblica, ecc.).
All’interno di ciascun orientamento di ricerca, i concetti di base e in vari casi anche gli schemi teorici utilizzati per l’analisi dei diversi problemi presentano affinità importanti. Tra le diverse concezioni, poi, esistono rapporti dialettici non trascurabili di autodefinizione per contrapposizione, di critica esterna che diviene anche critica interna, di revisioni e riformulazioni motivate da limiti e difficoltà che emergono nel dibattito. Inoltre, a causa della crescente specializzazione dei ricercatori, la ricerca economica degli ultimi settant’anni presenta un carattere di frammentazione, in misura più accentuata che in passato e crescente nel tempo; ciò implica sempre più spesso una perdita di contatto con il problema ultimo, l’interpretazione della realtà economica che ci sta di fronte e della sua evoluzione, che richiede una molteplicità di competenze di rado compresenti nella stessa persona.
Tutto ciò significa che le vicende recenti della ricerca economica non possono essere raccontate seguendo il semplice filo lineare del loro dipanarsi nel tempo, ma neppure come un catalogo di temi e teorie tra di loro indipendenti. Sarà inevitabile andare avanti e tornare indietro: nel tempo, tra orientamenti e tra campi di ricerca diversi. Tuttavia, proprio per reagire alla pericolosa tendenza alla frammentazione della teoria economica, occorre ricercare nessi e proporre fili conduttori, che in qualche modo occorrerà anche cercare di giustificare.